La LPP ha 40 anni – requisiti minimi e modello a prestazioni integrate

Nel 2025 si festeggiano i 40 anni dall’entrata in vigore della legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP). La LPP stabilisce un livello minimo obbligatorio di previdenza e le casse pensioni possono concedere prestazioni superiori al minimo legale nel quadro della previdenza più estesa. La maggior parte delle casse pensioni, CPS inclusa, applica il cosiddetto modello a prestazioni integrate.

Nel 2025 si raggiunge per la prima volta il periodo di risparmio massimo

Nel 2025 si festeggiano i 40 anni dall’entrata in vigore della legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (LPP). Ciò significa che tutti i dipendenti che hanno iniziato ad accumulare un risparmio al momento dell’entrata in vigore della LPP il 1° gennaio 1985 raggiungeranno il periodo massimo di risparmio di 40 anni previsto dalla legge: una pietra miliare importante. 

Le origini nel settore industriale 

Le origini della previdenza professionale risalgono al XIX secolo, all’epoca dell’industrializzazione, quando alcune fabbriche e imprese ferroviarie all'avanguardia crearono istituzioni per tutelare i salariati e i loro familiari superstiti. In seguito, il principio secondo cui i datori di lavoro partecipano alla previdenza professionale dei dipendenti è stato iscritto nel diritto del contratto di lavoro e dal 1916 questa forma di previdenza beneficia dell'esenzione fiscale. Soltanto nel 1972, in seguito a una votazione popolare, la previdenza professionale è stata inserita nella Costituzione e dichiarata obbligatoria quale secondo pilastro della previdenza per la vecchiaia, a completamento dell’AVS statale e del risparmio individuale. È così nato il sistema dei tre pilastri della previdenza per la vecchiaia. Sono stati però necessari altri 13 anni per elaborare la legge federale sulla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l'invalidità (LPP), che ha visto la sua entrata in vigore nel 1985.

I tre pilastri, un sistema ben consolidato

La previdenza professionale costituisce il 2° pilastro della previdenza per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità. Unitamente al 1° pilastro, ossia all’AVS, provvede ad assicurare ai beneficiari di rendita l’adeguata continuazione del tenore di vita abituale. L'obiettivo in materia di prestazioni è che la rendita AVS e quella della cassa pensioni, sommate, coprano circa il 60 per cento dell’ultimo salario percepito. Il 3° pilastro, ossia la previdenza individuale, serve a soddisfare ulteriori esigenze individuali. Il 1° e il 2° pilastro sono obbligatori, mentre il 3° è facoltativo. Grazie al sistema dei tre pilastri la Svizzera dispone di un sistema di previdenza per la vecchiaia efficace, ben concepito e stabile cha ha fatto scomparire quasi del tutto la povertà degli anziani, che combina solidarietà e obblighi con previdenza individuale e responsabilità personale e che non poggia solo su un unico pilastro, bensì su tre.

Fonte: www.bsv.admin.ch, foglio d’informazione «1985-2010: la LPP ha 25 anni» del giugno 2010

Cassa pensioni a prestazioni integrate

La LPP stabilisce un livello minimo obbligatorio di previdenza. Le casse pensioni possono concedere prestazioni superiori al minimo legale nel quadro della previdenza più estesa. La maggior parte delle casse pensioni, CPS inclusa, applica il cosiddetto modello a prestazioni integrate. In questo modello, l’intera previdenza viene considerata come un’unica entità, senza distinzione tra regime obbligatorio e sovraobbligatorio. Viene applicata un’aliquota di conversione unica all’intero patrimonio previdenziale integrato. Tale aliquota di conversione può essere inferiore all’aliquota di conversione minima legale del regime obbligatorio LPP. La cassa pensioni, tuttavia, deve dimostrare la conformità ai requisiti legali per la parte rientrante nel regime obbligatorio attraverso la gestione di un cosiddetto conto testimone. Per ogni evento previdenziale, ad esempio un pensionamento, la CPS calcola entrambe le varianti – rendita di vecchiaia in base al livello minimo di previdenza sancito dalla LPP e rendita di vecchiaia in base al regolamento - e versa l’importo maggiore. 

Maggiori informazioni sul raffronto tra i requisiti minimi LPP e la cassa pensioni SRG SSR a prestazioni integrate

Uno sguardo al passato e alle sfide attuali

Nei suoi 40 anni di storia il secondo pilastro ha dato prova della sua solidità anche in momenti di grosse crisi come la pandemia o la crisi finanziaria globale del 2008. I rari casi di insolvenza si sono potuti arginare grazie al Fondo di garanzia. Una serie di riforme ha contribuito inoltre a mantenere un equilibrio stabile: nel 1995 è stata introdotta la legge sul libero passaggio, nel 2012 è entrata in vigore la riforma strutturale in materia di governance e trasparenza e nel 2005 è stata attuata la prima e finora unica revisione della LPP. Ciò nonostante alcuni elementi, quali ad esempio l’aliquota di conversione o la copertura delle persone impiegate a tempo parziale, non sono più al passo con i tempi. Per far fronte a tali sfide la politica non è ancora riuscita a trovare una soluzione che ottenga il consenso della maggioranza.

Due pietre miliari raggiunte insieme

Nel 2025 andranno in pensione coloro che hanno versato i primi contributi nella previdenza professionale dall’introduzione del regime LPP obbligatorio e contemporaneamente all’interno della CPS scatterà il pensionamento per le ultime persone ancora assicurate nel primato delle prestazioni. Si tratta quindi di una doppia pietra miliare.

Nel 2014 la CPS ha sostituito il primato delle prestazioni con il primato dei contributi: la generazione di transizione (nati nel 1959 o prima) è rimasta assicurata nel primato delle prestazioni. Nel primato dei contributi è più facile convertire forme di lavoro flessibili, componenti salariali variabili e modifiche del grado di occupazione. Le casse pensioni possono inoltre tutelare più facilmente i loro impegni di previdenza. La maggior parte degli istituti adotta il modello del primato dei contributi.